La strategia americana verso la Resistenza italiana era fatta di poche azioni militari, pochi sabotaggi e attività di “intelligence”: in particolare si cercava di contenere il “fattore K”: la paura dello spettro comunista. Sussisteva la necessità di garantire una linea d’azione che soffocasse la Resistenza delle “bande armate irregolari” alimentate dai partiti, espressione del CLN verso cui gli Alleati nutrivano ben poca simpatia. In particolare esisteva la necessità di difendere la Valtellina ricca di centrali idroelettriche in cui erano investiti i capitali americani: la resistenza locale era troppo debole e prima che le brigate Garibaldi si muovessero in questa direzione era necessario garantire la protezione della zona. Carlo Croce ebbe quindi il compito di contenere una possibile espansione”comunista” in Alta Valtellina.
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