Il tenente colonnello Carlo Croce, il San Martino e la Zona d’Onore

Il tenente colonnello Carlo Croce, ufficiale di complemento dei bersaglieri, nell’agosto del 1943 era comandante del Presidio di Porto Valtravaglia sul Lago Maggiore. Alla notizia dell’armistizio decise di salire in montagna per resistere i caso di un attacco tedesco. Fece tappa a Dumenza sul confine passando poi da Roggiano e infine verso il Monte San Martino in Valcuvia, uno degli snodi centrali della Linea Cadorna. Durante il trasferimento furono molti i disertori ma armi e munizioni si salvarono. Croce stabilì la sede del comando a Villa San Giuseppe, ex caserma Cadorna. Croce, ormai soprannominato colonnello “Giustizia”, ribattezzò il San Martino “ Zona d’Onore”. L’isolamento in montagna, la certezza dell’imminente arrivo degli alleati e la totale indisponibilità a stabilire un rapporto con il CLN furono errori fatali per il colonnello Croce. Inoltre il territorio della Valcuvia era inadatto a sostenere lo scontro armato per bande. Croce aveva radunato gli uomini attorno all’”Esercito Italiano-Gruppo 5 Giornate”, “Viva l’Italia libera nel mondo liberato” con le metodologie di stampo militare lontane dal mondo della Resistenza. Per completare le logiche della linea attendista all’interno del gruppo vigeva il divieto assoluto di attacco a tedeschi e fascisti con conseguente processo davanti alla Corte Marziale. Il Gruppo delle 5 giornate contava quindi di 170 uomini: aveva anche fatto richiesta agli Alleati di intervenire con paracadutisti per poter estendere l’area del territorio liberato e metterlo sotto il controllo partigiano.

Carlo Croce

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